Alia, per me...
Chissà quanta gente è vissuta o stia vivendo lontana dal proprio paese natio, custodendo di
esso, nel cuore e nella mente sentimenti di rabbia o di nostalgia o di amore.
Io, per la mia Alia, provo a descrivere quelli belli; degli altri se ne potrebbe fare un elenco, ma
la tristezza, una volta provata, non giova più ricordarla.
La memoria della mia tarda età mi riporta a godere di piccolezze di una volta, lì godute;
quelle, ad esempio .....
- dell'aria pura, del tepore nella bella stagione, del richiamo delle campane delle chiese, della
gioia per l'esplosione della natura in primavera per erbe e fiori, ginestra e rose comprese;
- degli odori domestici, in occasione dei preparativi familiari per le feste, al tempo delle più
importanti ricorrenze;
- del fervore religioso, sentito o meno, che alimentava atteggiamenti di bontà verso il prossimo;
- dei rapporti personali, ravvicinati o no, che s'intrecciavano con amici, parenti e vicini di casa;
- della dignità delle persone, soprattutto di quelle più svantaggiate, che, dal coraggio e dalla
serenità di fede, traevano in ogni caso, spunto per " cavarsela" da soli con fatica;
- di quelle persone che, di necessità facendo virtù, s'inventavano nuovi lavori e perfino
competenze magistrali;
- del pudore e della riservatezza, in genere, ad esprimere sentimenti di amore tra conoscenti ed
amici dell'altro sesso;
- delle cosiddette "scampagnate" di amici, famiglie o gruppi, a contatto con la natura , nei
dintorni del paese, allietati da musica e canti popolari;
- del coraggioso spirito innovativo di parte della Gioventù locale degli anni '60, di nuova
mentalità , ad aprire una breccia pseudo laica di aggregazione socio culturale;
- dell'intimo piacere, dopo breve o lunga assenza, di rivedere, in presenza, quel paese
trasognato dalla pura fantasia;
- delle proprie radici, fatte di voci, di suoni, di univoche cadenze espressive, di abbracci scontati
come di altri spontanei ed improvvisati;
- del ritrovare, alla vista e al tocco di vecchi utensili e manufatti, emozioni sensoriali di sorpresa e
dolce malinconia per i tempi passati;
- del piacere nel risentire tipici accenti memorabili di parlata locale e del loro raffronto con quelli,
propri di diverso linguaggio altrove acquisito;
- di altro dir non so, perché questi sentimenti forse non sono più di attualità, ora che di anni, tanti
ne son passati e pochi sono i riscontri dal vivo da me, effettuati;
- suppongo, però, che degli aliesi sia di ieri che di oggi delle costanti ci siano sempre state:
- l'una è il "coraggio", indispensabile chiave, ieri come oggi, per aprire le porte alla realizzazione
di sé ovunque, in Italia e nel Mondo; l'altra è l' "amore filiale" ad un territorio d'origine, che dura,
con dedizione sentimentale, per tutta la vita.
Romualdo G.