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IL VANGELO DELLA DOMENICA 08/01
a cura di Don G. Silvestri
 

      

 

 

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 IL VANGELO DELLA DOMENICA - 8 GENNAIO

BATTESIMO DEL SIGNORE - MATTEO 3,13-17

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     In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

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    La memoria del Battesimo del Signore è prolungamento del mistero della sua epifania nella ‘carne’ al mondo, ovvero della manifestazione dI Lui come Figlio di Dio fatto realmente ‘uomo’, venuto a redimere l’umanità.  Mentre, però, nel guidare i magi all’adorazione del Signore è la stella, nel battesimo al Giordano la conferma dell’identità di Gesù viene dall’alto (teofania). Uscito, infatti, dall’acqua, Gesù vede aprirsi i cieli e lo Spirito di Dio discendere e rimanere su di Lui, nel mentre una voce dall’alto, quella del Padre stesso, attesta agli uomini che Lui, Gesù di Nazareth, è il suo Figlio prediletto nel quale Egli ha posto tutto il suo compiacimento. 

     

         Il momento del battesimo al Giordano è indubbiamente momento decisivo della vita di Gesù; momento nel quale si delinea il senso salvifico, seppure altamente drammatico, della sua missione nel mondo. Momento cruciale, programmatico, perché ‘profetico’ e simbolicamente predittivo, dell’evento pasquale di morte e di risurrezione del Signore, e quindi evento compitivo dell’intera missione di Gesù come salvatore del mondo. Il battesimo, insomma, inizio del ministero pubblico di Gesù, rinvia già al momento culminante della Sua morte in croce, all’ora cioè della gloria, quando Egli offrirà se stesso, il suo stesso corpo e il suo sangue, per il riscatto dell’intera umanità. Per stare, poi, al simbolismo proprio del battesimo, la discesa di Gesù nelle acque del Giordano chiaramente prefigura e anticipa la sua discesa nella tomba, mentre la Sua sollecita uscita dalle acque del Giordano prefigura e anticipa la sua gloriosa risurrezione da morte dopo tre giorni dalla sua sepoltura. 

     

         Il battesimo di Gesù segnala, insomma, la dolorosa trama dell’intera vicenda del Signore; indica la fatica e gli ostacoli che incontrerà nel suo ministero, l’odio e la persecuzione, l’ostilità da parte dei nemici - e anche l’incomprensione da parte dei suoi stessi discepoli e dei familiari e amici! - che alla fine lo porteranno all’evento del Calvario, innalzato come un malfattore sul patibolo della croce. 

     

         Molto significativa, a questo riguardo, la difficoltà che lo stesso Giovanni Battista oppone alla richiesta di Gesù. Dice il Vangelo: “Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: ‘Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?’ ”. Anche da Giovanni il precursore, perciò, pone un primo serio ostacolo al battesimo del Signore. Il Messia infatti, nella mente di Giovanni, sarebbe stato vittorioso e trionfatore dei nemici e dei peccatori; perciò egli non poteva accettare che anche Gesù si sottomettesse a un battesimo di penitenza. Gesù insiste. E Giovanni dovrà piegarsi. La sua opposizione al battesimo di Gesù tradisce però tutto il disappunto e la disapprovazione per quello che Gesù stava facendo. 

     

         È chiaro che anch’egli dovrà correggere radicalmente la sua concezione del Messia. Pure a Giovanni sfugge ancora del tutto il vero significato della missione concreta del Signore. A lui, come del resto anche a Pietro e agli altri discepoli, e finanche alla sua stessa famiglia, sfugge ancora la dimensione drammatica della missione di Gesù. Tutti – ahimè! - troveranno inaccettabile gli annunzi di Gesù sull’epilogo umanamente fallimentare del Suo ministero. Tutti vorranno, in modo diverso, impedire lo scandaloso compimento della missione del Signore nei dolorosi giorni della Sua passione e della sua ignominiosa morte in croce.

     

        Celebrando il battesimo del Signore, anche noi oggi, siamo perciò chiamati a fissare l’identità di Gesù di Nazareth, a verificare seriamente la nostra accoglienza e comprensione della Sua missione. Il Suo battesimo al Giordano è certo richiamo simbolico al nostro battesimo, perché è dalla sua passione, morte e resurrezione che scaturisce l’evento sacramentale che ci fa rinascere dall’acqua e dallo Spirito. E, tuttavia, questo nesso del nostro battesimo con quello di Gesù è pieno di implicazioni radicali per la comprensione della nostra fede. Il battesimo del Signore fu, infatti, un annunzio della sua Pasqua di morte e risurrezione. Nell’ingresso e nella uscita dalle acque del Giordano egli prefigurò e annunziò la sua passione e la sua morte. Il battesimo che Egli ha ricevuto è stato il battesimo dell’obbedienza totale al disegno del Padre, la sua immersione totale nelle acque della nostra umanità malata e peccatrice. Col suo battesimo Egli annuncia il suo incarnarsi e il suo totale donarsi all’umanità, fino alla morte in croce; profetizza lo scandalo della sua morte e del suo annientarsi per l’umanità; insomma, il compimento dell’ora della sua gloria nel legno della croce. 

     

         La resistenza di Giovanni (‘voleva impedirglielo’) diventa significativa anche della nostra incomprensione della missione di Gesù. Svela la nostra attuale incomprensione del vangelo, la nostra difficoltà ad accettare un messia sofferente, un messia umiliato e crocifisso. Vorremmo spesso, come Giovanni Battista, come Pietro, come i discepoli, impedire il Suo battesimo, convincerlo al compromesso, farlo desistere dal suo proposito di avviarsi verso Gerusalemme, dove sarà Egli giudicato, condannato e crocifisso. Per dirla tutta, anche noi, in vesti di ipocriti benefattori indossiamo le vesti di Satana e troviamo scandalosa la sua sofferenza, la sua passione e la sua morte. Troviamo sempre arduo seguirLo sulla via difficile del rifiuto, dell’incomprensione, della persecuzione, dell’umiliazione. Troviamo difficile e scandalosa la logica del rinnegamento dell’io e ignoriamo quella assolutamente prioritaria de “il Regno di Dio e la sua giustizia”.

     

         Confessiamolo. Il nostro battesimo è spesso la festicciola dell’infanzia che è stata. Terminata la quale si aggiungono anche i confetti disamorati della cresima e, forse, lo strascico di qualche altra pratica o rito sacro in chiesa; il tutto condito di religiosità infantile, abitudinaria, annoiata, stanca e alienata. Tutto finisce lì. Cristiani vivi? Consapevoli dello 'scandalo' della croce? È come cercare l’ago nel pagliaio.



 
     
Edizione RodAlia - 07/01/2023
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