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IL VANGELO DELLA DOMENICA- 14/08
a cura di don G. Silvestri
 



 

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IL VANGELO DELLA DOMENICA - 14 AGOSTO


 (ANNO C) - LUCA 12,49-53

 

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare un fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Parola del Signore.

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Le parole del Vangelo di questa domenica, a bene intenderle, svelano in modo efficace la missione che il Signore si attribuisce, venendo sulla terra. La sua venuta per il nostro mondo costituisce realmente una ‘nuova creazione’: ”Sono venuto a gettare un fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!”  

Si comprende ora il senso drammatico di quanto il Signore aggiunge ancora: “D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera”. La ‘divisione’ perciò – non la pace! - sarà paradossalmente la cifra del tempo nuovo, tempo di scelta e di discernimento, tempo di sfida e di contrapposizione, tempo di lacerazione tra chi accoglie il ‘nuovo’ e chi preferisce il ‘vecchio’, tra chi si apre all’annunzio dirompente del Vangelo e chi tristemente chiuderà il cuore e la mente al seme della Parola di Dio.

È opportuno notare che, nella metafora della famiglia divisa e lacerata, Gesù prefigura chiaramente la vera causa dell’inciampo e dello scandalo. Il ‘vecchio’ - l’’uomo vecchio’ viziato e corrotto, metaforicamente rappresentato da padre, madre, suocera - non accetta il ‘nuovo’ - l’’uomo nuovo’, rigenerato dallo Spirito di Dio, metaforicamente rappresentato da figlio, figlia, nuora -.

Non si tratta, com’è ovvio, del normale conflitto intergenerazionale, tipico di ogni stagione umana. Si tratta invece del conflitto radicale e dell’insanabile contrasto tra l’’alleanza antica’ (la legge) scritta sulla pietra e la ‘nuova alleanza’ scritta nella carne crocifissa del Signore; il conflitto, cioè, tra chi testardamente si appella a Mosè e alla legge antica per negarsi alla verità luminosa del Vangelo e chi invece accoglie Cristo, Verbo rivelatore del Padre, nuovo e vero Mosè, legislatore della nuova alleanza; tra il potere religioso ebraico servilmente ligio alla lettera della legge mosaica e fedele alle tradizioni dei padri e Cristo Figlio di Dio, portatore di vita nuova e di libertà.

Non poteva dirlo con parole più appropriate Cristo stesso: “Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi”. (Lc 5,36-38)

Il dramma è sempre attuale e ci accompagna ancora. Il conflitto, sotto diverse forme, continua sotto i nostri occhi. Personalmente, ho l’impressione che, nella chiesa che a Cristo si appella, si è spesso ancora lontani dall’assaggio pieno di questo ‘vino nuovo’.

Si preferisce disinvoltamente l’antico. Piuttosto che approntare otri nuovi si preferiscono ancora otri vecchi e logori. Il gusto del ‘vino nuovo’ del Regno ci è ancora pressoché ignoto. Ci è indigesta la libertà dei figli di Dio. Ci fa ancora paura la novità sconvolgente del vangelo. Veneriamo la ‘lettera’ e spegniamo pervicacemente lo ‘Spirito’. Osserviamo precetti e tradizioni umane e ignoriamo la misericordia e la giustizia. Quanto ci è scomoda, insomma, la ‘profezia’ e ostica la novità del Regno!

 
     
Edizione RodAlia - 13/08/2022
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