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IL VANGELO DELLA DOMENICA -15/05
a cura di don G. Silvestri
 

 

immagine allegata



 

IL VANGELO DELLA DOMENICA – 15 MAGGIO


QUINTA DOMENICA DI PASQUA (C) - GIOVANNI 13,31-33a.34-35

 



Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri». Parola del Signore

 
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immagine allegataLa pericope del vangelo ci rinvia al drammatico momento che segue la lavanda dei piedi e la cena del Signore. Preso il boccone da Gesù, Giuda, posseduto ormai da Satana, esce dal cenacolo. L’ora terribile della croce incombe sulla sorte di Gesù. È proprio allora che incredibilmente Egli esclama: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui». La croce sarà per il Signore l’ora della gloria, l’ora nella quale il Padre glorifica il Figlio e il Figlio, penzolante dalla croce, renderà gloria al Padre suo. Momento divinamente tragico e sconvolgente, nel quale la reciprocità dell’amore del Padre e del Figlio raggiunge il suo culmine. Muore il Figlio, muore di dolore anche il Padre con Lui. Eppure, questa è l’ora della Gloria!



È il tradimento di Giuda ad avviare verso tale momento di gloria. A seguire, con tragica sequenza, ci saranno gli altri tradimenti: il rinnegamento di Pietro, l’abbandono e la vile fuga dei discepoli, l’ignobile voltafaccia della folla osannante al suo ingresso a Gerusalemme. Anche i soldati faranno la loro parte, lo inchioderanno al legno; i giudei e i passanti lo insulteranno, la morte lo rinchiuderà nel sepolcro sino all’alba del terzo giorno. Eppure la morte sul legno, per Gesù, sarà il momento della gloria. Paradosso divino, che rovescia ogni logica umana. L’ora della croce è l’ora della gloria. L’ora della morte è l’ora della Vita; l’ora dell’umiliazione profonda è l’ora dell’esaltazione. Quanto è difficile comprendere tale paradosso! Ci occorrono occhi nuovi e cuore nuovo per poter cogliere il mirabile mistero scolpito nella Croce del Signore.



Il mistero pasquale apre al capovolgimento totale della sapienza umana, sempre appiattita sull’apriori del potere, della forza, del successo, della vittoria, del trionfo. Come sperimentiamo ogni giorno, questa sapienza umana sviluppa relazioni umane improntate solo alla diffidenza reciproca, al sospetto, all’invidia, alla parzialità, alla vendetta; ignora del tutto la logica del dono, della gratuità, dell’amore e, perciò, del rinnegamento dell’io e della priorità del tu. È una sapienza che preferisce la via dell’auto-conservazione, della auto-difesa, della chiusura egocentrica; esalta e si nutre del dominio sul fratello, della prevaricazione sull’altro, del complesso di superiorità, del possesso smodato; si fonda insomma sull’assioma dell’’homo homini lupus’ e sul cinico ‘mors tua vita mea’.



La logica pasquale della croce è ‘diversa’, anzi opposta! È un capovolgimento totale. La croce di Cristo, in questo senso, è finalmente la rivelazione piena di Dio. È in essa, infatti, che Dio si fa finalmente conoscere e ci svela definitivamente il suo volto nascosto. Un volto paradossalmente diverso da quello da noi sempre immaginato; un volto terribilmente scandaloso per il nostro pensare umano. Il vero volto del ‘divino’ ci appare, infatti, irriconoscibile, intollerabile per la nostra ragione e per il pensare dotto degli uomini. È il volto di un Dio che rinnega se stesso, di un Dio che non appare più ‘Dio’. Il volto di un Dio che si è totalmente identificato col volto tumefatto e sfigurato dell’uomo. Nella croce, insomma, vediamo il volto di un Dio che si è disfatto e liberato definitivamente dei suoi privilegi e della sua gloria, perché sua sola gloria è solo l’uomo vivente: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito”.



Questo il senso inaudito delle parole di Gesù: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui”. Gloria di Cristo non è la sua gloria personale; non è neppure la gloria che seguirà alla sua morte o il premio che gli verrà dal Padre suo. Sua gloria è solo la vita del mondo, la vita dell’uomo. Il Dio che si rivela nella croce è il Dio che dichiara cioè di non amare e di non avere mai amato se stesso, ma solo il mondo e l’uomo. Il Dio della croce è il Dio che rinunzia al suo potere per sempre, che muta dinanzi a nostri occhi i suoi connotati, decostruisce la sua identità, smonta - se mai ce l’ha avuto! - per sempre il suo trono di gloria. All’eternità – questo Dio che si rivela nella croce - preferisce il fragile tempo della nostra vita.



Per essere Se stesso, Egli sceglie l’unica via, quella propriamente divina dell’auto-rinnegamento, della dono di sé, del perdersi totale. In croce, perciò, noi non vediamo più Dio al centro, perché ha Egli ha scelto di stare per sempre con quelli che non sono al centro. Egli si fa esule dal cielo per essere accanto a coloro che sono esuli in terra; si trasferisce nella periferia del mondo per essere con tutti quelli stanno ai margini della nostra umanità; prova anch’Egli l’angoscia dell’abbandono e della solitudine per essere con coloro che sono abbandonati e soli.



Ora, forse, possiamo comprendere anche le parole di Gesù ai discepoli? “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. Dio è amore, dirà Giovanni, dopo aver reclinato il capo sul Suo petto e aver ricevuto le Sue più intime confidenze. La croce nasce dall’amore folle di Dio per l’uomo; perciò essa ricrea il mondo, e rivoluziona per sempre la mia e la tua vista sulla realtà umana. Molti cerchiamo ancora Dio nel posto sbagliato e in modo sbagliato; o, forse, cerchiamo un Dio che non è più Dio e non lo è mai stato. Ora, però, la verità è che, scansando la croce, è impossibile trovare Dio. È impossibile infatti trovare Dio scansando l’uomo.

 


 
     
Edizione RodAlia - 14/05/2022
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