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Ambito di Ricerca:Aspetti ambientali e del territorio
   
ALTIPIANO DI ASIAGO
ESTATE II ^ parte
 







L’ALTIPIANO DI ASIAGO NELLE 4 STAGIONI DELL’ANNO,
DESCRITTO DA MARIO RIGONI STERN NEL SUO LIBRO L’ALTIPIANO DELLE MERAVIGLIE.



L’ESTATE
- II^ Parte -



immagine allegata

 



" Andiamo anche noi in un`alba d`estate per i sentieri del bosco; sia discreto il nostro abbigliamento e silenzioso il passo, cercando di evitare sassi mobili e rami secchi. Fermiamoci ad ascoltare e ci sarà molto da scoprire: un fruscìo, un battere di ali, il sottile richiamo del piccolo capriolo che vuoI farsi sentire in contatto con la madre e la madre che gli risponde, un aereo di linea che passa alto nel cielo, il rumore di una motosega nell`altro versante, il respiro affannoso di uno che sale con la bicicletta da montagna. Non si è mai soli nei nostri boschi che hanno mille occhi e mille orecchie e, quando meno te l`aspetti, ti trovi davanti un guardacaccia o un cercatore di funghi. Con il cuore lieto raccogliamo nella palma della mano un po` di mirtilli e assaporiamoli pensando che anche l`urogallo e il tordo li gradiscono, nelle radure mangiamo anche qualche saporita fragola o i lamponi più maturi.

La luna calante non è favorevole alla raccolta dei funghi, ma se tra i mirtilli vi capita di scorgere il giallo luminoso dei cantarelli non siate precipitosi nel raccoglierlo, assaporate con gioia questo momento come dono della natura; anche il ricordo di questo gesto renderà saporito e profumato il risotto della cena con la vostra famiglia. Non accanitevi nella ricerca dei porcini. Si dice che questi prelibati funghi per le condizioni del suolo dell`Altipiano siano i migliori della loro specie, ma ora per facilità di accesso ai boschi e per comodità di strade la troppa frequenza di raccoglitori crea dei problemi per la rinnovazione naturale della foresta e per il grave disturbo che viene recato a certi silvani abitatori quali il delicatissimo urogallo, il raro francolino di monte, il maestoso cervo.

Forse, andando così in attento o contemplativo silenzio vi potranno spaventare le urla d`allarme di un capriolo sorpreso nella siesta; non gridate anche voi, non fate precipitose fughe come mi è capitato di vedere in quel villeggiante spaurito e pallido perché convinto di aver sentito e visto l`orso! Camminando per i nostri boschi vi potrebbe sorprendere un`abbattuta d`alberi. ma prima di indignarvi o di andare a protestare, guardatevi attorno e cercate di capire il perché del taglio: osservate le piante al suolo, quelle rimaste in piedi, quelle che stanno crescendo e il sottobosco.

Forse da soli potreste intuire quello che ritenete "un disastro", ma se trovate nei dintorni un boscaiolo o un guardaboschi chiedetene le ragioni. Vi sentirete rispondere che quel "disastro" era previsto dal piano silvocolturale e che i motivi di questi interventi possono essere diversi: di sfoltimento per permettere alla luce di raggiungere e sviluppare la crescita degli alberelli sottostanti che altrimenti rimarrebbero soffocati, o per l`utilizzo degli alberi maturi e quindi sul finire del loro ciclo vitale, o di piante deperite o secche, o con il cimale decapitato dalle nevicate o sradicate per colpi di vento; ma anche di prelievo di certe specie per permettere ad altre di migliorare lo sviluppo al fine di armonizzare la foresta.

Questi tagli colturali hanno grande importanza nella cura del bosco; se bene praticati favoriscono la copertura arborea più adatta a quell`area, stimolano l`accrescimento della massa legnosa permettendo di utilizzare legnami d`opera e prodotti secondari per uso di riscaldamento; si può migliorare pure la fertilità del suolo. Queste operazioni apparentemente semplici richiedono invece preparazione e studio: oltre a conoscere lo stato di quel particolare bosco, occorre tenere conto delle condizioni della micro e macro fauna, delle componenti e della fertilità del suolo, dell`insolazione, della pendenza, degli impluvi.

Insomma gli interventi devono tendere a correggere le forze negative della natura e a stimolare quelle positive. Non assistito dagli interventi degli esperti, il bosco si inselvaticherebbe tanto da diventare ostile e impraticabile a noi e agli stessi animali silvestri. Questo dovrebbero ricordare coloro che guardano ai nostri boschi con occhio di cittadini senza avere conoscenza del buon governo.

Ecco, allora, come da tutti dipende il delicato equilibrio della nostra foresta montana: occorre essere prudentissimi nel fumare una sigaretta, non si devono provocare rumori, né insistere nella raccolta di funghi e non scalciarli, non tagliare rami o bastoni. Nessuna traccia dovrebbe restare dopo il nostro passaggio: le persone civili non lasciano tracce.

L`eccessivo calpestio, la predazione, il chiasso, i rifiuti abbandonati non sono per il bosco che si rinnova e vive. Camminate con rispetto e cercate di non perdere l`orientamento. A sera, ritornati alle vostre case o nella vostra città dopo aver camminato per ore lungo i sentieri o attraversato pascoli e radure, riposato all`ombra di alberi maestosi. ammirato una pianticella appena uscita dal seme, o i tanti fiori colorati e profumati, ascoltato in silenzio le voci della foresta, incontrato una mandria di vacche al pascolo, o il gregge dei pastori lassù dove il bosco finisce, allora vi sarà caro il ricordo di questa giornata e piacevole all’animo il riposo.



 

 
     
Edizione RodAlia - 06/05/2022
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