Ambito di Ricerca:Monumenti e reperti archeologici
LE GROTTE DELLA GURFA TRA MITO E REALTA'
le grotte della Gurfa_Mario Runfola
Partendo dall' abitato di Alia, percorrendo
la SS. 121 Palermo-Catania sino al Km. 184 e quindi la Regia trazzera
della Gurfa, dopo un percorso di circa 8 Km., raggiungiamo le Grotte
della Gurfa. La Regia trazzera si snoda attraverso un percorso
tortuoso, toccando torrenti ed abbeveratoi, fiancheggiata, a tratti, da
lussureggianti ginestre.
Il luogo appare subito stranamente
misterioso, in una atmosfera intrisa di primitività. Si ha
l'impressione che ivi aleggi uno spirito arcano che impone un
riguardoso silenzio. Ecco, un'alta parete rocciosa dalla quale
prospettano finestre, porte, buchi... Sono le grotte della Gurfa; un
complesso di opere scavate nella roccia.
A piano terreno, due
porte d'ingresso; la prima, a sinistra, immette in un ampia sala dalla
superficie di circa 80 mq. Da qui, percorrendo un corridoio della
lunghezza di circa 8 mt., si arriva ad una grotta di ampie dimensioni,
campaniforme ed a base pressocchè ovale, alla quale è possibile
accedere anche dalla seconda porta d'ingresso giù ricordata.
Dall’
esterno una ripida ed angusta scaletta conduce ai locali di primo
piano; quindi un piccolo corridoio d'entrata, una sola prima stanza a
sinistra della superficie di circa mq. 25, e poi una seconda stanza a
destra di circa mq. 60 e ancora una terza di circa mq. 35 ed infine una
quarta stanza di circa mq. 32 dalla quale si diparte un corridoio che
dopo uno sviluppo di circa mt. 6,50, si affaccia nella grotta
companiforme. Questo per sommi capi, lo sviluppo planimetrico
dell'opera.
Certamente c'è da rimanere alquanto stupiti;
l'opera è davvero imponente, ed un'analisi anche sommaria, ma comunque
attenta, ci dà la certezza che essa ha origini piuttosto remote. Ci
pare, senza volere stabilire qui una precisa epoca, ma volendo
solamente esprimere una congettura attendibile, che le nostre Grotte
della Gurfa, affondino le loro origini, quantomeno in quella che fu la
loro struttura originaria, nel 3000 e 2000 a.c. o giù di li, anche se
riteniamo possibile che il loro effettivo completamento ed adattamento
possa essere stato effettuato in epoche successive e quindi da altri
popoli.
Le Grotte della Gurfa potrebbero essere nate per
motivi
dovuti allo sviluppo demografico o per un' esigenza di culto che
imponeva la creazione di vere e proprie camere sepolcrali collettive.
Molto probabilmente qui ci troviamo di fronte ad un vero e proprio
complesso edilizio adibito a sepolcro ed , a luogo di culto che doveva
servire un' unica comunità. La mole di lavoro occorsa per la
realizzazione è senz’altro impressionante e quasi inverosimile; basti
pensare che furono scavate, a forza di braccia umane, circa mc. 2.000
di roccia arenaria.
La grotta a campana presenta al vertice
un buco attraverso il quale stentatamente passa un uomo. La tradizione
popolare assegna a tale apertura diversi significati. Ci pare opportuno
però chiarire che, a nostro giudizio, quel buco era tanto necessario
quanto indispensabile.
Infatti, secondo noi, tale grotta è
stata scavata procedendo dall'alto in basso, iniziando a bucare la
roccia proprio in quel punto, onde agevolarne il lavoro, dare la voluta
forma all'opera ed utilizzando l'apertura circolare, nel contempo, per
la fuoriuscita del materiale di risulta a mezzo di una carrucola
primitiva. Non vogliamo, comunque, negare la funzione pure importante
di tale apertura che permette l'aerazione dell'ambiente, consentendo di
liberarlo da eventuali prodotti gassosi dovuti a combustione,
consentendo ancora al sole di penetrarvi con un fascio di luce che
potrebbe anche aver segnato sulla parete della grotta il lento scorrere
del tempo. Tutti effetti conseguenti alla tecnica messa in opera.
In
una delle stanze di primo piano, esiste, sempre ricavato nella roccia,
un vero e proprio camino perfettamente funzionante ed ancora una fossa
nel pavimento adibita forse alla conservazione del fuoco e poi un
cunicolo in una parete della stanza a circa mt. 2 dal pavimento
comunicante con l'esterno attraverso un piccolo foro. Nelle pareti
delle stanze si notano ancora delle concavità che dovettero servire per
la custodia di utensili e cibi.
All' esterno della parete
rocciosa una interessante rete di piccole canalette conduce l'acqua
piovana in recipienti sempre ricavati nella roccia o allontanano verso
l'esterno l'acqua che durante la stagione invernale potevasi infiltrare
gocciolando all'interno delle stanze. Tutto ciò è testimonianza e prova
inconfutabile che le nostre grotte furono anche abitate dall'uomo; ma
noi rimaniamo convinti che esse dovettero essere modificate nella
struttura primitiva per servire al nuovo scopo con aggiunta di
recipienti, ecc... che prima non esistevano.
Gli uomini che
realizzarono quest' opera monumentale furono spinti a ciò da un impulso
trascendentale, religioso. Solamente uno stimolo di tale portata è
riuscito ad indurre l'uomo a compiere fatiche ed opere grandiose quanto
inverosimili; nelle epoche primitive e non, con opere gigantesche, che
sfidano i secoli, ed oggi, andando sulla luna, sfidando le leggi di
fisica.
Le nostre grotte sono lì ad aspettare di essere
riconosciute per quello che meritano e non certamente per essere preda
di piccoli politici. La nostra modesta competenza e soprattutto un
sincero e forte amore per il passato ci ha indotti a scrivere sulle
Grotte della Gurfa. Abbiamo comunque voluto scrivere con il preciso
intendimento di far conoscere ai lettori un’opera monumentale e tanto
dimenticata. Vogliamo rendere giustizia all'opera ed a chi ha saputo
realizzarla, affidando il tutto alla storia; il resto non ci interessa.
Una speranza vogliamo conservarla: che la cultura"
non continui ad ignorare le Grotte della Gurfa di Alia che meritano ben
altra sorte.
Mario
Runfola
___________________________________________________________________ pubblicato in "Novalia",
nr.1/1978 e nel Periodico parrocchiale di
Alia, "LA VOCE" nr.1/96