Dar Al Hikma, dove l’intercultura
è realtà Stefanella
Campana -by
Babelmed
Quando stava per nascere nel 1986,
a pochi passi da Porta Palazzo, comitati spontanei torinesi raccolsero
cinque mila firme contro la sua apertura. Era la paura dell’altro,
della diversità di comunità provenienti da altri Paesi, soprattutto dal
Marocco. Nel cuore della Torino multietnica, in via Fiocchetto 15, il
centro culturale arabo Dar Al Hikma (significa casa della sapienza),
grazie alla lungimiranza di un vice sindaco, Domenico Carpanini, e alla
tenacia dell’esule scrittore iracheno Younis Tawfik, è diventato un
prezioso punto di riferimento per la conoscenza reciproca e lo scambio
interculturale attraverso molteplici attività: insegnamento della
lingua araba, convegni tenuti da studiosi mediorientali e occidentali,
mostre fotografiche, librarie tra prosa poesia, esibizioni di
artigianato locale, presentazione di film e video sulla realtà
islamica. A rendere il centro un luogo di incontro, relax e svago anche
un grande Hammam, degno dei suggerimenti di Sherazade nelle
Mille e una notte, secondo cui una città, per essere una vera
città, deve avere un grande bagno pubblico, sul modello delle terme
romane. Molto frequentato anche un ristorante dove gustare le
specialità arabe.
Dar Al Hikma, dopo una pausa
estiva per una accurata ristrutturazione (con il contributo della
fondazione Reporter per il Mondo), ha riaperto a
settembre con una nuova veste: colori caldi e maioliche arabe, lampade
e arredi provenienti dal Marocco, l’Hammam ancora più bello, un
ristorante - Al Andalus - che propone pranzi
veloci a mezzogiorno e più sofisticati la sera, con uno chef
specializzato in cucina italiana e araba e un laboratorio di cucina e
pasticceria multietnica. E con una novità: l’angolo destinato
all’associazione culturale “Caffè dei giornalisti”. E’ una caffetteria,
uno spazio concreto e ideale per promuovere i propri obbiettivi. “Come
a Parigi esiste una casa dei giornalisti. Mi sono detta, perché a
Torino, crocevia di culture e ricca città di idee, non potrebbe
esistere un Caffè dei giornalisti? ”, racconta la presidente
Rosita Ferrato, vulcanica giornalista, che attraverso un sito web a
diversi eventi sta promuovendo in modo concreto un ponte fra diverse
realtà, paesi e modi di vivere il giornalismo, per promuovere la
cultura del rispetto e della libertà di informazione.
Il Centro, che dà lavoro a una
quindicina di persone, in maggioranza di origine maghrebina, è
arricchito anche da una biblioteca multiculturale, un’emeroteca, una
sala di lettura, un’aula per lezioni e piccoli incontri specialistici,
uno sportello di informazioni e orientamento per stranieri, un salone
polifunzionale per mostre, conferenze, dibattiti e, perché no? anche
feste. Già delineato il nuovo ciclo di incontri nei primi giovedì del
mese, i “Giovedì della Sapienza”, organizzati in collaborazione con
l’Accademia di Studi Interreligiosi, a cominciare dal 3 ottobre e fino
al 6 marzo 2014. “Sono momenti per far conoscere i maestri e i santi
della saggezza e sapienza islamica. Spesso gli stessi immigrati non
conoscono la loro cultura islamica”, spiega Younis Tawfik, autore tra
l’altro di molti libri di successo e impegnato nelle battaglie per i
diritti umani. Un contributo per far conoscere una componente
importante della cultura nel Mediterraneo, la reale natura delle
differenze che esistono tra popoli e religioni e dei possibili punti di
convergenza e coesione. Se il Piemonte risulta essere la regione al
primo posto in Italia per l’integrazione interculturale è anche merito
di centri come Dar Al Hikma.