Logo
.
...Data giovedì 18 aprile 2024
...Visite ad oggi 938004  Visitatori
Logo
 

Ambito di Ricerca:Aspetti culturali
   
Aspetti della religione islamica
 
Maometto

Perché un'offesa a Maometto può scatenare lo scontro di civiltà

Ogni offesa al Profeta scatena violente reazioni nel mondo islamico. Per i musulmani Muhammad non è solo un Profeta. dell'individuo. Egli, appunto, è il suo Inviato, come recita la sahada, la professione di fede che segna l'entrata nella comunità ed è pronunciata nella preghiera e in ogni momento della vita dei musulmani, così come è riportata in ogni sede, dalle bandiere agli atti ufficiali dei paesi islamici.

Muhammad è l'uomo che ha dato origine al Mito di fondazione dell'Islam, la città ideale in cui non c'era alcuna separazione tra religione e legge, tra dimensione spirituale e potere politico. Da qui l'aura che il Profeta ha sempre avuto agli occhi dei fedeli.. Offenderlo, così come umanizzarlo descrivendone eventuali difetti, è ritenuta colpa gravissima, che rende lecita, soprattutto per i fautori del "gergo dell'autenticità" salafiti radicali, ogni reazione verso chi si è reso colpevole della macchia.

Si tratti di letteratura, cinema, vignette. Certo, le reazioni salafite in Egitto e Libia al film. L'innocenza dei musulmani hanno anche ragioni politiche. Il fatto che un cristiano copto lo abbia divulgato in Rete, che l'autore sia di origine ebraica così come i suoi finanziatori, che nelle stesse ora Zawahiri annunciasse la morte per mano americana del numero due di Al-Qaeda, Al Libi, ha fomentato la protesta, sfociata a Bengasi nella tragica morte dell'ambasciatore americano Stevens.

Il filmato non solo offende il Profeta ma lo mostra in "immagine", sfregio inaudito per i fedeli a oltranza. Nella tradizione religiosa si racconta che proprio Muhammad disse "Gli angeli non entrano in una casa in cui vi siano immagini o figure".

E gli angeli sono importanti nell'islam: stanno accanto al trono di Allah, sono suoi messaggeri presso i profeti, portano il castigo. Una dimensione iconoclasta, quella islamica verso le immagini che, per analogia, una delle fonti della legge, si è estesa poi anche a cinema e tv.

Il furore talebano contro i televisori veniva anche da questa rigida interpretazione della tradizione. Si può condividere o meno questa lettura della figura profetica o la concezione delle immagini, degli islamici.

Resta il fatto che laddove la libertà di pensiero, parola, immagine è talmente forte che nessuno può impedire ai fanatici, spesso provocatoriamente consapevoli dei danni che possono creare, di dileggiare la religione, quella libertà si trasforma in benzina per gli incendiari di ogni latitudine.

Con tutte le conseguenze che ne derivano. I tragici eventi libici ed egiziani ripropongono l'annoso tema del rapporto tra libertà di pensiero e religione. Laddove vige il buon senso, più che apposite norme, questa relazione si autoregola senza troppi conflitti.

Quando, nel tempo della Rete, scendono in campo i fondamentalismi di ogni risma e i fautori degli scontri di civiltà, il prezzo da pagare è elevatissimo.

di Renzo Guolo  - Fonte: http://www.repubblica.it

_________________________________________________

Renzo Guolo è professore associato di Sociologia dei processi culturali presso l'Università di Padova. Principali ambiti di ricerca: la sociologia dell'islam; i fondamentalismi contemporanei; integrazione e conflitto nelle società multiculturali; i rapporti tra religione e politica; la globalizzazione nella sua dimensione culturale; le società dell'area mediterranea e mediorientale.


            

     Riferimenti visivi domestici al credo islamico

immagine allegata

 
     
Edizione RodAlia - 21/09/2012
pubblicazione consultata 1057 volte
totale di pagine consultate 870638
Copyright 2008- Ideazione e Coordinamento di Romualdo Guccione - Realizzazione tecnica del sito di Enzo Callari -