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Comunità . Località: PALERMO (Sicilia)
Ambito di Ricerca:L'aspetto del territorio e del centro abitato:::

Palermo_4: un intreccio di culture - Le Chiese e le Moschee
 

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Chiesa di San Cataldo - In basso, l'interno con le tre cupole del soffitto.
 

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La Cattedrale
 

Caratteri arabi, greci, latini. Le tre lingue dell'arte siciliana trovano riscontro nelle iscrizioni della Cappella Palatina. E anche in un'epigrafe posta nel loggiato all'esterno della chiesa. che straordinariamente le riunisce per ricordare l'installazione di un orologio ad acqua, voluto da Ruggero II e costruito da un meccanico arabo di Malta.
Non solo quindi gli artisti di Allah servivano il re cristiano. Anche tecnici e scienziati dell'Islam furono alla sua corte. Per lui Idrisi, esperto geografo, costruì un grande planisfero in argento che raffigurava tutte le terre allora conosciute. E le descrisse, nel "Libro di Ruggero", una delle più sistematiche e importanti opere scientifiche medievali, e sicuramente l'unica che comincia con la lode di un seguace di Maometto a un sovrano "infedele".
Commistioni singolari, che trovarono terreno fertile solo in questa capitale del Mediterraneo medievale. E ancora nettamente percepibili nel paesaggio io cittadino, dove compaiono inaspettate chiese che sembrano moschee, con cupolette "a zuccotto",vivacemente dipinte di rosso. Come quella di S. Giovanni degli Eremiti, che re Ruggero costruì nei pressi del suo palazzo. La si raggiunge dal fianco meridionale dell'antica reggia dove si apre la piazza della Pinta, su quello che un tempo era il letto del Kemonia.Da qui la via dei Benedettini conduce alla chiesa, che vi prospetta con il fronte absidale. Il nome della via deriva dai religiosi cui il re normanno affidò l'edificio sacro quando nel 1136 lo fece riedificare, nel luogo in cui molto tempo prima monaci gregoriani avevano costruito un monastero dedicato a S. Ermete. E forse, ai tempi dell'emirato, qui sorse anche una moschea.
E' lineare e nitida, l'architettura esterna. Piccoli conci accuratamente squadrati e nessuna decorazione, a eccezione delle monofore sagomate dell'ultimo piano del campanile. Le cupolette rosse sono cinque e all'interno si ammira l'articolata struttura ad archi e nicchie che le raccorda ai muri perimetrali. Viene ripetuto lo stesso modulo cubico cupolato, che in arabo si chiama "qubba" e fu probabilmente opera di maestranze islamiche. Dal braccio destro del transetto si passa in quello che resta della supposta moschea. Una sala rettangolare, un portico non più esistente il cui muro costituisce il fianco destro della chiesa, un recinto quadrato scoperto che fu in età normanna cimitero delle persone di corte. E la rigogliosa vegetazione di un giardino siciliano tutt'intorno, ad abbellire i resti del chiostro benedettino.
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San Giovanni degli eremiti

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